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Kintsugi, tecnica giapponese.
Kintsugi, técnica japonesa.

 

Kintsugi è una tecnica artistica giapponese secolare che prevede la riparazione di ceramiche incrinate e rotte. Questo metodo unico non solo ripara la ceramica e ne recupera lo scopo, ma celebra anche la storia unica di ogni manufatto enfatizzandone le fratture e le rotture invece di nasconderle o camuffarle.
In Giappone, quando un oggetto in ceramica si rompe, lo si ripara con l’oro, poiché si è convinti che un “vaso rotto possa divenire ancora più bello di quanto già non lo fosse in origine”. Il dolore non incarna un sentimento vergognoso, da estirpare o da occultare, così come l’imperfezione estetica non rappresenta un elemento capace di rovinare l’armonia di una figura, la valorizza.

Kinsugi come metafora della psicoterapia - fonte: https://www.studio-psyche.it/kintsugi-filosofia-giapponese :
Allo stesso modo, una persona può superare e “guarire” le proprie ferite interne. Inoltre, come le fratture vengono valorizzate con l’aggiunta del prezioso metallo, la persona può mostrare orgogliosa queste cicatrici che rappresentato il suo vissuto in un processo di rinascita.
La pratica del Kintsugi, quindi, può essere considerata una metafora per illustrare il processo psicoterapeutico, cioè quello che avviene nella stanza di terapia.

La terapia può aiutare le persone che si sentono “a pezzi” ad affrontare e superare gli eventi critici che stanno vivendo. 
Nel percorso di psicoterapia il professionista accompagna la persona nella costruzione di una nuova realtà, ricomponendo le sue parti interne e valorizzando le sofferenze, con lo scopo di far emergere e rafforzare le sue risorse.
La persona sarà quindi più consapevole delle proprie risorse e riuscirà a vedere le proprie ferite da un’altra prospettiva, avendole trasformate in punti di forza.

L’arte del Kintsugi richiede grande pazienza e ciò vale anche per un lavoro su stessi: la riparazione, passo dopo passo, prende lentamente forma.
Elaborare una ferita è un processo lungo, lento e a volte scoraggiante. Richiede cura e pazienza, ma attraverso le prove e i tentativi si va avanti, anche quando si ha l’impressione di essere rimasti fermi al punto di partenza. Ad un certo punto tutto comincia a diventare più chiaro, si vedono dei progressi e si inizia a guardare le cose da un altro punto di vista.
Ricordiamoci che il dolore e la sofferenza sono parte della vita. Imparare a sentire e riconoscere queste emozioni ci insegna che siamo vivi. Con il tempo, il dolore viene elaborato, passa e lascia un segno. Ci lascia cambiati, a volte più forti, a volte più saggi.
Il Kintsugi è una lezione di vita. Ci insegna ad accettare e accogliere le nostre ferite anziché rimuoverle, a trasformarle in punti di forza “ricoprendole d’oro”. Esse sono la testimonianza del nostro passato, delle prove superate, della nostra storia e di quello che siamo.
Solo quando ci rompiamo, scopriamo di cosa siamo fatti. Ziad K. Abdelnour

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